mercoledì 13 aprile 2011

Mito

Il mito è il riconoscimento di una proiezione di meccanismi basilari transpersonali della psiche umana. Tutto il materiale mitologico ha equivalenze psicologiche.
L'individuazione dell'esistenza di tematiche tipiche  trovano riscontro in tutti i grandi miti delle diverse culture e civiltà dell'antichità, inoltre lo studio del mito permette di rilevare le tappe dello sviluppo filogenetico dell'IO.
Già all'epoca di "Totem e Tabù" Freud  parlava di una trasmissione transgenerazionale riguardo a traumi psichici importanti che sono stati replicati più e più volte nella storia dell'umanità. Ma il neurologo viennese oscillerà sempre tra una Ipotesi di trasmissione fra generazioni basata su processi inconsci, p.e. l'identificazione, e una Ipotesi di trasmissione ereditaria: patrimonio psichico ereditario.
Oggi, nonostante si sia entrati da ben 11 anni nel terzo millennio, il nostro presente e il nostro futuro sembrano avere un cuore, un'anima, una spinta antichi.
Siamo in piena era telematica, ingegneria genetica, fissione e fusione nucleare, globalizzazione, guerre con bombe intelligenti, eppure qualcosa non va. Ci sono in tutto il mondo sussulti di ribellione, aspettative andate deluse, poveri sempre più emarginati, le promesse di una nuova età dell'oro andate in fumo, e scenari apocalittici che sembrano farsi sempre più concreti. Ahinoi!
La scienza ha dominato dal '600 fino ai giorni nostri tutto il mondo occidentale e ad essa abbiamo chinato il capo, accettandola come la Ptonia (Signora) che avrebbe risolto tutte le problematiche dell'umanità. Consegnato la Pace e l'Alleanza e la Concordia tra i Popoli.
Allora una domanda si avanza perentoria: come mai il non razionale si fa avanti nella nostra vita?
Oroscopi, retaggio dell'antica astrologia, occupano spazi sempre più ampi, l'occulto attrae sempre più persone, la costituzione di "sette" pseudo-religiose è in espansione, la cinematografia si occupa di vampiri, streghe, i videogames ripropongono giochi dove prevale il mistero, la ricerca di un talismano potente che prevede tutta una serie di prove da superare. Siamo in piena contraddizione.
Per costruire un sistema razionale, illuminista, scientifico abbiamo subito la perdita di alcune componenti essenziali della nostra personalità e dell'esperienza dei nostri proavi.
L'Immaginazione è stata bollata come facoltà tipicamente infantile, i miti come "storie" sorpassate e inutili.
Eppure il nucleo del linguaggio del mito è fatto di immagini e narrazioni -come peraltro quello delle religioni cui è strettamente correlato - dove la rappresentazione delle divinità appare in figure diverse - per questo si parla di polmorfismo - e la trasmissione orale ci consegna l'inclinazione a trasferire sugli dei/dee sembianze e forme fisiche umane (antropomorfismo) e qualità psichiche umane (antropopatismo).
Gli dei del Pantheon greco cui noi ci riferiamo sono rappresentazioni di tratti interiori della personalità umana, essi infatti parlano e comunicano, entrano in relazione con gli uomini fino a partecipare con pathos alle loro vicende; si rallegrano, si irritano, si pentono, puniscono, mutano i propri propositi, stringono alleanze amorose, hanno figli (semidei) con i mortali e sono pronti ad intervenire nella storia dell'uomo talvolta  deviando il corso degli eventi. Esempi si ritrovano nell'Iliade/Odissea (ufficialmente è considerato il poeta Omero quale autore), Teogonia/Le opere e i giorni di Esiodo.
Ma gli dei sono metafore e raffigurazioni prodotte dall'immaginazione dell'uomo.

Dr.ssa Donatella Steck
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